Analisi delle tentate soluzioni
Al Mental Research Institute di Palo Alto, California U.S.A, da decenni è stata riconosciuta la funzione derivante dal costrutto di “tentata soluzione” che descrive come ciascun soggetto, indipendentemente da chi esso sia, cerchi di trovare una soluzione, anche solo di tipo adattivo ad un determinato problema.
Questa soluzione spesso funziona per un limitato periodo di tempo, nel senso che, tale scelta, sulle prime sembra conferire agio poi progressivamente si riduce. La persona si ritrova così coinvolta in una dinamica di fatti che ripropongono le caratteristiche iniziali del problema, questo con l’aggravio di aver utilizzato una soluzione (tentata) che si riteneva poter essere valida ma che in realtà non lo è stata.
Talvolta per pigrizia altre per impossibilità ideativa imputabile alla sofferenza, piuttosto che all’incomprensione degli accadimenti, la persona come scelta successiva, procederà verso una resa depressiva nei confronti del cambiamento o verso un atteggiamento ripetitivo ossessivo, legato alla credenza che; insistendo, ancora e nello stesso modo, le cose potranno cambiare.
“Una tentata soluzione che non funziona, se reiterata, non solo non risolve il problema, ma lo complica, sino a portare al costituirsi di un vero e proprio circolo vizioso.” “Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi diventa irrinunciabile.”
Giorgio Nardone